Impariamo a non sprecare

Poco meno di 2 litri e mezzo ogni ora.
E’ la quantità di acqua che scende, goccia dopo goccia, dal nostro rubinetto chiuso male oppure rotto.Perché non prestare un poco di attenzione e non riparare i guasti?Facendo i conti, ci accorgeremmo di avere risparmiato acqua e denaro.

Quasi 7 litri al giorno.
E’ la quantità di acqua che ognuno di noi può risparmiare lavandosi i denti, le mani oppure facendosi la barba. Come? Semplicemente aprendo e chiudendo il rubinetto per utilizzare solo l’acqua necessaria, senza farla scorrere inutilmente.

683 litri al mese.
E’ la quantità di acqua che una famiglia può risparmiare innaffiando giardini, orti e vasi di fiori usando acqua già utilizzata per altri scopi (ad esempio, per lavare frutta e ortaggi).
Ricordiamoci che le piante possono “bere” anche acqua non potabile.

8.200 litri all’anno.
E’ la quantità di acqua che una famiglia può risparmiare usando sempre a pieno carico lavatrice e lavastoviglie. Non è un invito a tenere panni e piatti sporchi per casa, ma domandiamoci se è proprio necessario far funzionare ogni giorno i due elettrodomestici.

150 litri alla volta.
E’ la quantità di acqua che utilizziamo per riempire la vasca quando facciamo il bagno.
L’igiene personale è importantissima, però con la doccia (se ne abbiamo la possibilità) ci si lava lo stesso. E si risparmiano circa 100 litri di acqua

Cosa si può trovare nell’acqua

Il calcare è un nemico (ma solo per gli elettrodomestici): quella polverina bianca che si deposita sul fondo della pentola quando si mette a bollire l’acqua per cuocere la pasta è carbonato di calcio, o calcare, responsabile della cosiddetta durezza dell’acqua. Fa male? La risposta è si, fa male alla caldaia, alla lavatrice, al ferro da stiro, perché provoca incrostazioni a discapito dell’efficienza. Il trattamento domestico dell’acqua finalizzato alla rimozione del calcare si giustifica quindi unicamente per la protezione degli elettrodomestici, ma non ha alcuna motivazione di ordine sanitario. Anzi, da questo punto di vista il trattamento potrebbe addirittura essere controindicato. Il tipico impianto di abbattimento della durezza dell’acqua è l’addolcitore, un impianto basato sulla tecnologia delle resine a scambio ionico. Il processo in sé è molto semplice: le resine vengono lavate con una soluzione di acqua e sale e si caricano di ioni sodio (il sale è infatti cloruro di sodio). Quando l’acqua potabile che contiene il carbonato di calcio viene fatta passare sulle resine avviene quello che appunto è chiamato scambio ionico: le resine rilasciano il sodio e prendono il calcio. Nell’acqua potabile in uscita dall’impianto al posto del carbonato di calcio c’è ora carbonato di sodio, che essendo solubile non si deposita e non forma incrostazioni. Per gli elettrodomestici è l’ideale, per l’uomo significa aumentare la quantità di sodio normalmente ingerita con la dieta. Assai meno costoso ma altrettanto efficace nel controllare il fenomeno delle incrostazioni da calcare è l’addittivazione dell’acqua con polifosfati: basta montare l’apparecchio dosatore (ha l’aspetto di un bicchiere) e il gioco è fatto. Poiché le incrostazioni si formano soprattutto laddove l’acqua viene riscaldata, il dosatore dovrà essere montato, ad esempio, soltanto all’ingresso del bollitore. Il vantaggio, oltre ad un minor consumo di polifosfati sta anche nel fatto che l’utente potrà continuare a bere acqua naturale non sottoposta ad alcun trattamento: per farsi il tè userà acqua fredda e la scalderà sul gas.

Dunque … mi faccio il depuratore

Farsi il depuratore domestico è un’ottima soluzione … per tutti coloro che vendono depuratori. In commercio vi sono un’infinità di apparecchi per il trattamento domestico dell’acqua (la parola depurazione è espressamente proibita dalla legge, per la semplice ragione che se ci fosse davvero bisogno di depurarla, l’acqua non sarebbe potabile e quindi non potrebbe essere destinata ai consumo e distribuita dall’acquedotto); tutti però si basano su poche tecnologie: il trattamento meccanico, l’addolcimento su resine a scambio ionico, l’osmosi inversa, il trattamento fisico. L’addolcimento con resine lo abbiamo già visto. L’osmosi inversa è una tecnologia recente ma estremamente efficace, che prevede l’impiego di membrane semipermeabili che trattengono molecole superiori a una certa dimensione. Il risultato è un’acqua pressoché distillata; poiché il passaggio si basa esclusivamente sulle dimensioni delle molecole, è chiaro che verranno trattenute tutte le sostanze disciolte, sia quelle inquinanti (quando ci sono, il che è meno frequente di quanto si crede) sia quelle che conferiscono all’acqua le sue peculiari caratteristiche organolettiche.
Il trattamento fisico è destinato soltanto al controllo del calcare: si basa sull’ipotesi, solo in parte confermata da prove sperimentali, che sottoponendo l’acqua a un campo elettromagnetico il carbonato di calcio non riesce a depositarsi sulle tubazioni. Poiché non vi sono cambiamenti nello stato chimico dell’acqua non ci sono analisi che possano confermare o smentire l’efficacia del trattamento e solo il risultato finale (a lungo termine) può confermare se il calcare si forma in minore quantità nella nostra apparecchiatura. Nella maggior parte dei casi installare un impianto di trattamento domestico dell’acqua è del tutto inutile, almeno sotto il profilo sanitario. Molto meglio informarsi prima, chieder consiglio a chi non abbia interessi da difendere, e poi decidere a ragion veduta. Una buona fonte di informazioni è l’ASL: le analisi periodiche effettuate sull’acqua potabile forniscono indicazioni sulla qualità dell’acqua, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche sulle caratteristiche chimico – fisiche (tra cui la durezza, indicata in gradi francesi

[°F], o calcolabile a partire dalla concentrazione del calcio). Altre informazioni le possiamo richiedere al gestore dell’acquedotto che ci saprà dire quali possono essere i problemi che si possono riscontrare nei diversi quartieri o nelle frazioni del Comune.

Magari mi informo meglio …. Per non bere tutto quello che dicono

Il consumatore ha il diritto di sapere cosa esce dal rubinetto, come e quando si controlla e di vedere i risultai dei controlli effettuati. Per questo ci si può rivolgere al Gestore dell’acquedotto, al proprio Comune e sicuramente all’Azienda Sanitaria Locale che, nell’ambito del Dipartimento di Prevenzione, ha in organico del personale specializzato che effettua vigilanza e controllo sulle acque potabili nel territorio di competenza.

Considerata l’importanza dell’acqua per l’alimentazione e per la salute di ogni essere vivente, è opportuno prevedere, nell’ambito delle iniziative di educazione alla salute promosse dal Dipartimento di Prevenzione delle diverse ASL, degli incontri tematici sull’acqua. Gli argomenti di interesse potrebbero riguardare le caratteristiche qualitative e nutrizionali dell’acqua, le fonti di approvvigionamento, i controlli effettuati dagli Enti preposti, la manutenzione degli impianti domestici, un razionale utilizzo della inestimabile risorsa”acqua”con anche una particolare attenzione alla salvaguardia dell’ambiente. Questi interventi potrebbero essere promossi sia nei confronti di collettività scolastiche sia per la popolazione in generale.